Brevi cenni storici
Dal mesolitico al congresso di Vienna
Il Mesolitico
Le prime tracce della presenza dell’uomo in Val di Fassa risalgono al Mesolitico, ovvero 7.500 - 10.000 anni prima di Cristo. I ritrovamenti fatti nel 1971 a Colbricon, Lusia e Pampeago, come selci o ossa di animali, ci riconducono a questo periodo, e lasciano supporre che queste siano tracce lasciate dai cacciatori provenienti dalle pianure del sud alla ricerca di selvaggina, che si accampavano tra i nostri monti durante il periodo estivo e che, durante l’inverno, tornavano ai loro villaggi nella valle dell’Adige.
L’età del Bronzo e del Ferro
Nell’età del Bronzo e del Ferro, (2.200 – 1.500 a.C.) è ipotizzabile una maggiore colonizzazione di carattere pastorale. Sorgevano infatti in questo periodo nuovi insediamenti stabili organizzati come sul Doss dei Pigui a Mazzin. L’uomo che abitava la Val di Fassa, si dedicava all’agricoltura e alla pastorizia. In questo periodo nacque la pastorizia transumante.
La conquista romana
Nel I° secolo a.C., con la conquista romana, le popolazioni retiche abitanti queste valli, delle quali si hanno pochissimi reperti, vennero annesse all’Impero. La lenta romanizzazione delle genti retiche e la successiva diffusione del Cristianesimo portarono alla formazione di una lingua particolare chiamata reto-romanzo o ladino, parlato ancora oggi a Moena come in tutta la Val di Fassa, in Val Gardena e in Val Badia, oltre che nel Canton Grigioni in Svizzera.
Il Principato Vescovile di Trento
Dall’epoca della sua comparsa sulla scena storica e fino agli inizi del 1800, Moena fece parte del Principato Vescovile di Trento, istituzione statale tipicamente medievale in cui potere temporale e spirituale si fondevano nella stessa persona. All’interno del Principato le comunità locali godevano di varie franchigie e si governavano in modo autonomo; l’economia era basata sul godimento collettivo del territorio, in particolare boschi, pascoli e malghe. Moena era “Regola” della Comunità di Fiemme, la sola di queste antiche istituzioni collettive che sia sopravvissuta fino ad oggi.
I primi grandi mutamenti giunsero in Trentino nel 1796 con la prima invasione napoleonica, cui seguì un periodo confuso e turbolento, culminato nella rivolta popolare del 1809, guidata da Andreas Hofer. Dopo il Congresso di Vienna tutto il territorio del Principato Vescovile di Trento venne conglobato nell’Impero d’Austria, come parte della Principesca Contea del Tirolo e Vorarlberg, mantenendo tuttavia buona parte delle sue antiche autonomie e continuando a poter usare l’italiano come lingua anche ufficiale. Per circa un secolo perciò Moena fu austriaca e tirolese.