Raccolta dei funghi
Raccolta dei funghi in val di Fassa
La Val di Fassa e i suoi boschi
La Val di Fassa ha dei boschi bellissimi, ricchi di vegetazione e abitati da una preziosa varietà di animali e fiori. E’ un piacere stare ad ascoltare i suoi rumori, i suoi suoni e contemplare i suoi colori che mutano ad ogni stagione. Inoltre, per gli appassionati e i buongustai, è un piacere anche poter raccogliere e poi degustare i funghi che ci offre.
In Val di Fassa ne esistono tantissime specie. Tra essi i più ricercati e prelibati sono i porcini ed i finferli. Prima però di raccogliere questi frutti della natura è indispensabile conoscerli molto bene. Ne esistono infatti di commestibili, ma anche di velenosi e mortali.
Regole per la raccolta dei funghi
Una volta stabilito questo, bisogna anche dire che in Val di Fassa, come in tutto il Trentino, la raccolta è soggetta ad una severa regolamentazione provinciale. Questo allo scopo di non alterare gli ecosistemi vegetali e tutelare l’ambiente e le sue risorse. In Valle di Fassa, i sette Comuni, (Moena, Soraga, Vigo, Pozza, Mazzin, Campitello di Fassa e Canazei), si sono convenzionati in un unico ambito territoriale omogeneo, coincidente con l'intera valle. Qui la raccolta è consentita anche ai non residenti nella Provincia di Trento previa denuncia dell'attività di raccolta di funghi e versamento di una somma che varia a seconda del periodo di durata della raccolta (da un minimo di Euro 10,00 per un giorno a un massimo di Euro 60,00 per un mese).
E’ da sottolineare che la raccolta è vietata nei parchi naturali e che pertanto è proibita nel Parco di Paneveggio. Queste zone sono comunque segnalate da apposite tabelle.
La raccolta è consentita in tutti i giorni della settimana per una quantità massima di 2 chilogrammi al giorno per persona di età superiore ai 10 anni. I bambini sotto i 10 anni possono raccogliere funghi solo se accompagnati da un familiare in possesso dei documenti necessari: anche in questo caso resta il limite massimo di 2 chilogrammi per persona. Il limite massimo di 2 chilogrammi non vale quando un solo fungo superasse questo peso. La raccolta di funghi è possibile solo durante il giorno, mentre è vietata dalle ore 19,00 fino alle 7,00.
E’ vietato distruggere o danneggiare i funghi sul luogo di raccolta, così come usare per la raccolta rastrelli, uncini ed altri mezzi che possano danneggiare l’humus del terreno. E’ obbligatorio pulire sommariamente i funghi sul posto dove vengono raccolti e trasportarli soltanto con contenitori forati e rigidi (cestelli e simili). La legge prevede sanzioni per eventuali trasgressori. La denuncia dell'attività di raccolta può essere eseguita presso uno qualsiasi dei sette Comuni della Valle di Fassa o mediante versamento della somma dovuta con gli appositi bollettini postali, reperibili anche presso gli Uffici Turistici della Valle.
CONSIGLI UTILi per Prepararsi alla raccolta
Molte raccomandazioni valide per le escursioni all'aria aperta sono utili anche per la raccolta dei funghi. Eccone alcune:
- Proteggete le gambe da traumi e/o morsi o punture di animali. Indossate quindi un abbigliamento adeguato, ossia scarponcini o stivali, calzettoni di lana e pantaloni lunghi; proteggete per lo stesso motivo la parte superiore del corpo con una camicia dalle maniche lunghe e portate con voi un impermeabile da usare in casa di pioggia.
- Utilizzate un bastone. Vi aiuterà nella ricerca dei funghi e vi eviterà incontri ravvicinati con animali che potrebbero anche risultare pericolosi.
- Munitevi di un coltellino per una pulizia sommaria dei funghi raccolti, come previsto dalla normativa.
- Utilizzate un cestino rigido e areato per collocarvi i funghi raccolti.
La raccolta diligente dei funghi
- Evitate di raccogliere esemplari troppo giovani (pericolosi perché difficili da riconoscere) o troppo vecchi (pericolosi perché probabilmente deteriorati e comunque poco appetibili).
- I funghi vanno raccolti interi e non tagliati: è importante prelevarne anche il gambo per accertare la presenza di eventuali residui di volva o altri caratteri importanti per il riconoscimento.
- Il fungo va successivamente privato dei residui di terriccio o altro, in modo da trasportare funghi sufficientemente puliti.
Capita spesso di incontrare funghi a noi sconosciuti e che tuttavia ci incuriosiscono. Cosa fare in questi casi?
Tre o quattro esemplari in diversi stadi di sviluppo saranno generalmente sufficienti per l'identificazione. Nel caso si sospetti che il fungo raccolto possa essere pericoloso è importante conservarlo separatamente dagli altri, per evitare che qualche frammento venga inavvertitamente ingerito.
Un buon metodo per conservare un fungo per uno studio successivo è quello di avvolgerlo in un involucro di carta stagnola; riposto in frigorifero (non in freezer!) manterrà le sue caratteristiche per almeno due o tre giorni. Un buon testo illustrato potrà in molti casi suggerirci l'identità dei fungo. È tuttavia sconsigliabile consumare dei funghi a noi non ben noti in mancanza della conferma dl un esperto.
Buone norme e cattivi pregiudizi
È vero!
- I funghi sono degli organismi altamente deperibili, pertanto vanno cucinati entro poco tempo.
- Quasi tutti i funghi debbono essere cotti; solo poche specie possono essere consumate crude.
- Tutti i funghi commestibili possono risultare tossici se troppo vecchi o mal conservati.
È falso!
- I funghi erosi da lumache o da piccoli roditori, o quelli che ospitano larve di insetti sono commestibili.
- I funghi mangiati dal cane o dal gatto senza alcun danno sono innocui anche per l'uomo.
- La cottura dei funghi è sufficiente a eliminare le sostanze tossiche.
- I funghi raccolti su legno non sono velenosi.
- I funghi che crescono nei pascoli o nei prati non sono velenosi.
- I funghi che cambiano colore alla sezione sono velenosi.
Tra le numerose specie di funghi che è possibile incontrare nei boschi trentini ve né sono alcune particolarmente pericolose, in grado di causare avvelenamenti mortali. Presentiamo un sintetico profilo di tre tra i funghi più pericolosi: è importante che ogni raccoglitore impari a riconoscerli e ad evitarli.
Amanita Phalloides
È questo il fungo che ha causato la maggioranza delle intossicazioni mortali. Si tratta di un elegante fungo di dimensioni medie (il cappello raggiunge i 10 cm di diametro), con colorazioni verdastre sul cappello, bianche sulle lamelle e sul gambo, che tuttavia è ornato da decorazioni zebrate con colori al cappello. Importante per il riconoscimento è la presenza, alla base del gambo della volva (una sorta di piccolo sacco) e di un anello a gonnellino sul gambo. È una specie molto comune in presenza di latifoglie, diffusa in Trentino e su tutto il territorio italiano. Attenzione! Esiste una varietà totalmente bianca di questa specie, anch'essa mortale.
Amanita Virosa
Specie meno conosciuta della precedente perché mena diffusa, ma altrettanto pericolosa. Questo fungo è di colore totalmente bianco, è dotato di una volva e il suo gambo è decorato da delle fioccosità bianche cotonose. Il cappello rimane quasi sempre un po' chiuso e di forma irregolare. Cresce preferibilmente sotto l'abete rosso o la betulla nei boschi di montagna, quasi sempre sopra i 1000 m di quota.
Cortinarius Speciosissimus
È probabilmente il meno conosciuto tra i funghi mortali, pur essendo un fungo molto comune e sempre più diffuso in Trentino. Cresce preferibilmente sotto l'abete rosso o il pino silvestre, ma viene talvolta trovato anche nei boschi di latifoglia. Le sue dimensioni non sono grandi (il cappello difficilmente supera i 6-7 cm di diametro). Il cappello presenta una caratteristica forma conica e le colorazioni sono monotone, marrone rugginoso in ogni parte. Sul gambo sono tuttavia evidenti delle zebrature giallastre, molto importanti per il riconoscimento della specie.